Capita così
Capita così che in una notte di settembre, in cui non riesco a prendere sonno, decido di tornare a scrivere su questo blog. È passato tanto tempo pure dall’ultima volta che ho postato sui social perché con gli incidenti di percorso degli ultimi anni, ho sempre paura di sembrare noiosa a tutti. Che poi, che tristezza… ad essere sincera, mi ritrovo a battere le dita sulla tastiera tutte le volte che ho bisogno di qualcunə che mi guardi o che mi abbracci anche solo alle spalle, e mi dica che tutto è a posto.
Son giorni ormai che ascolto in loop quest’incantevole live unplagged di Rkomi con la strepitosa voce di Madame in Partire da te, il testo mi fa pensare che la paura fa proprio brutti scherzi e per un attimo desidero avere il super potere del tempo e dello spazio per riportarmi in quei viaggi in comitiva, con gli amici dell’Università. Ecco, ora vorrei teletrasportarmi indietro di 25 anni, in uno di quei posti belli del Sud Italia, dove non sono andata mai, con la stessa leggerezza dei vent’anni. Che messa così sembra una sciocchezza di chi non vuole invecchiare, ma quando cresci con l’idea che verso i 50 anni saresti stata una persona adulta, con tutti o quasi i traguardi raggiunti, questi momenti senza pensieri, regalano l’illusione d’avere ancora tempo.
E capita così che mi ritrovo a dover fare i conti con questi anni pesanti, pesanti di testa, di fisico: nuovamente con la paura della bilancia e di guardarmi allo specchio, paura della malattia di mia madre, delle spese e dei rischi che sto per affrontare, paura della mia stessa ostinazione nel voler portare avanti i progetti in cui credo, nonostante tutto. Io, che pensavo di aver fatto passi da gigante, in realtà mi ritrovo ancora fragile… Così, oggi, mi sono persa.
Che poi, un’iper sensibile come me lo sa bene, sono proprio le nostre fragilità ad insegnarci tanto. E capita così, che negli ultimi anni ho imparato a dire quello che penso, a scegliere chi avere accanto nella vita e nel lavoro. Poco per volta, sto imparando a lasciar andare, a metabolizzare, a capire che ho bisogno di tempo per familiarizzare con le persone, tempo per prepararmi alle cose e ai cambiamenti. Ma soprattutto ho bisogno di tempo da dedicare a me stessa anche semplicemente per guardare la TV spaparanzata sul divano, oppure a leggere, a continuare a studiare, a navigare, perché tutto ciò mi permette comunque di scoprire e vedere la bellezza. Si, sono queste ricariche di solitudine in cui trovo spesso quell’ispirazione che, soprattutto nel lavoro, mi fanno intuire dove dirigere i miei passi.
Insomma, capita così che degli anni di merda ci facciano comunque capire che in fondo c’è sempre tempo per fare meglio, scegliendo la strada che più sentiamo nostra.
Adesso però, mentre scrivo e ascolto musica su You Tube si è fatto giorno ormai… e come canta il saggio Brunori Sas, ci sarà sempre una canzone da cantare contro la paura, che ti da la forza di ricominciare, che ti tiene in piedi quando senti di crollare. Si, perché a volte basta una stupida canzone (tipo questa), solo una stupida canzone a ricordarti chi sei.
🎶 Tu tu Tu ru ru, Tu tu, tu ru ru…
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