L’uomo in frac
Avevo forse 13 anni quando, frugando tra i tanti 45 giri e cassette di mio padre, ne trovai una bellissima e me ne appropriai senza mai pentirmene. A volte scendevo nel garage, mi sedevo sul sedile posteriore della macchina e la sentivo con l’autoradio. Includeva canzoni degli anni ’50/’80. Donatella Rettore, Raffaella Carrà, Patty Pravo, Mina… e poi c’era una canzone malinconica, la mia preferita, Vecchio frac conosciuta anche come “L’uomo in frac”. Era l’ultima traccia, la numero 10 e appena finita rimandavo indietro il nastro cantando:
S’avvicina lentamente con incedere elegante, ha l’aspetto trasognato, malinconico ed assente, non si sa da dove vien, ne dove va, chi mai sarà, quell’uomo in frac…
Ho sempre immaginato una vecchia storia in bianco e nero come i colori di quell’elegante abito. Un misto tra leggenda e realtà…
Chi mai sarà quell’uomo in frac? Me lo sono domandato tante volte ma l’ho scoperto solo l’altro giorno guardando in TV la fiction “Volare – La grande storia d Domenico Modugno” con la sorprendente interpretazione di Beppe Fiorello. Vengo a sapere, anche grazie a Internet, che questa è la storia di un principe, Raimondo Lanza. Personalità bipolare, all’epoca era considerato un playboy arrogante e spregiudicato. A 39 anni si tolse la vita gettandosi, completamente nudo, dalla finestra della sua suite d’albergo in Via Sistina a Roma. Eppure, nella triste favola urbana non avevo mai colto il suicidio… nella mia ingenuità ho sempre immaginato fosse morto perché vecchio e malato. Il dramma umano, tra i versi, è infatti solo accennato.
Un uomo cammina solitario nella notte, avanza lentamente mentre costeggia il fiume, con malinconia guarda tutto ciò che lo circonda. Modugno, personaggio solare ma a tratti anche lui malinconico, canta con delicatezza e profondità d’animo uno spettrale scenario. Perfetta la descrizione nei dettagli:
Ha il cilindro per cappello, due diamanti per gemelli, un bastone di cristallo, la gardenia nell’occhiello, e sul candido gilet, un papillon, un papillon di seta blu…
Susanna Agnelli, ex fidanzata del Principe, disse di lui: «Quando entrava in una stanza era come un fulmine. Tutti smettevano di parlare o di fare quello che stavano facendo. Gridava, rideva, baciava tutti, scherzava. Divorava il cibo come una macchina per tritare rifiuti, beveva come un giardino assetato in un deserto, suonava il pianoforte, telefonava e mi teneva la mano, tutto contemporaneamente».
Insomma, un “dandy” dalle molte facce.
Chiudo il racconto invitando ad ascoltare questa triste melodia “cantilenante” con cui Modugno è riuscito, come pochi, a fare di una canzone oggetto di censura, per il tema del suicidio, uno dei brani più amati del repertorio musicale italiano.
Michela
26 Febbraio 2013 11:27Buongiorno Pia,
molto carino l’articolo ma il mio commento non è relatico a quello.
Vai a vedere un pò qua, hai vinto un premio.
http://www.ipasticcidellacuoca.it/2013/02/26/very-inspiring-blogger-award-2013/
Michela
Pia - Artemisia
26 Febbraio 2013 13:31Buongiorno Michi!
Ovviamente sono subito andata a sbirciare sul tuo blog e giustamente meritavi di essere ringraziata direttamente sul tuo post! Un bacione e ancora grazieeee! :-)