Storia di un posto letto a Pisa
Questa è la storia del mio posto letto a Pisa… Era il 1998 e non potrò mai dimenticare quel trasloco, fatto con il carrello della spesa insieme alle amiche che ridevano e io che dicevo: «ma non c’è da vergognarsi, eddai!». :D
Anche per le mie sorelle, che avevo seguito a Pisa per gli studi universitari, erano finiti gli anni della “Casa dello Studente” e avevo deciso di riunirmi con loro, con la nostra amica Chiara, una ragazza calabrese e una siciliana, in un appartamento situato in Viale delle Piagge.
Ammetto però che un po’ mi spiaceva l’idea di lasciare una bellissima casa in centro per un appartamento più bruttino e in una zona di Pisa che ho rivalutato tantissimo con il passare degli anni. Quando vidi la casa per la prima volta rimasi delusa, era arredata con pochi mobili di fortuna, ma io fui fortunatissima: insieme a mia sorella Cati, riuscii ad aggiudicarmi la camera col terrazzo da cui si vedevano i due altissimi pini del giardino e una strada poco trafficata.
Avevamo scelto dei mobili verde acqua in stile veneziano che ci aveva offerto il proprietario… erano quelli “meno peggio”, ma avrei avuto poco spazio per i vestiti, però sapevo che mi sarei adattata.
In 18 anni non avevo mai cambiato il materasso, forse qualche molla si era rotta perché era diventato tutto strano, eppure dovrei avere qualche foto dove dormo profondamente su quel materasso. Ci hanno sonnecchiato anche i miei amici; c’era un periodo che Luigi e Roberto venivano spesso a trovarci a casa, passavano molto del loro tempo da noi, e a volte si sedevano per scambiare due parole e poi boh… io iniziavo a studiare e, soprattutto Luigi, si addormentava sul quel letto per ore.
Nel tempo la camera “prese forma” con poche cose recuperate da amici, alcune comprate, altre regalate dal mio ex fidanzato, piccoli pensierini che poi, quando ci lasciammo, mi dicevano che avrei dovuto buttare. Ma io non riesco a disfarmi facilmente dei ricordi. Non fraintendetemi, non sono affatto un’accumulatrice seriale… però ci penso mille volte prima di buttare via vecchi oggetti. Non vorrei rimpiangere il passato, ma in quella camera e in quella piccola cucina che ho condiviso con studentesse del sud e di altri paesi del mondo, ci sono tantissime cose che hanno scandito una parte importante della mia vita, e ora che tutto è finito, che anche mia sorella è andata a vivere in un’altra casa e ha messo le mie cose negli scatoloni per inviarmele qua a Bosa, avverto una sensazione di melanconia e “umore nero”.
Poi, ieri notte, sfogliando un album dell’iPhone ho ritrovato una foto della stanza scattata qualche mese fa… ancora intatta, come l’ultima volta che l’ho vista, e rivedendola ho dovuto trattenere il magone perché, seppur da un paio d’anni sono tornata a vivere in Sardegna, quando sentivo il bisogno di prendere un volo per Pisa quello era il mio punto di appoggio. Sapere di ritrovare tutto uguale a prima, mi permetteva di “staccare la spina” e riemergermi totalmente in quel mondo fatto di lunghe chiacchierate con le coinquiline, che si fermavano un po’ ad osservare il mio piccolo acquario e poi si sedevano sulla sedia a dondolo, sul tappeto indiano o sul pouf azzurro comprato alla Upim, trovando spesso per me la parola giusta al momento giusto. Momenti di confidenze tra amiche che a volte mi mancano, e mi piaceva che tutto avvenisse in quella camera un po’ improvvisata ma che mi dicevano di trovare calda e accogliente.
Così, quando tornavo a Pisa quel posto letto era sempre lì, sempre uguale, bello a modo suo, tranquillo e sereno, come se mi aspettasse per placare l’ansia, sfuggire per un po’ alle responsabilità che mi sono cucita addosso e avvertire le nuvole più lontane.
Tra qualche mese una giovane coppia darà un nuova veste a tutta la casa che si riempirà di nuova vita. Per me invece si conclude a tutti gli effetti la mia esperienza pisana, ma in qualche foto e in quel posto letto conserverò per sempre tanti scatoloni di ricordi ed emozioni, e spero che non vi spiaccia se li ho voluti fissare qui, sul mio blog, come facevo un tempo dal mio posto letto in Via Guadagnoli 1.
Checco
3 Aprile 2016 16:01Che bello! Ho rivissuto in parte le emozioni dei primi anni universitari, quando anche io ho trovato un rifugio nella prima casa in cui sono andato a vivere. Una tana da personalizzare e che, nonostante qualche coinquilino di troppo, ricordo con piacere!
E ricordo con piacere anche la tua stanza di Pisa, nonostante i piedi fradici!!! ;-)
Ciao socia!
Pia - Artemisia
3 Aprile 2016 16:58Ahaha! Un giorno mi racconterai di questi coinquilini di troppo… ma immagino pure il tuo piacere nel personalizzare una casa. E i piedi fradici chi se li dimentica? Non ci ha salvato neppure il phon. ;-)
Eleonora
4 Aprile 2016 19:20Che tenerezza leggere le tue parole. Lasciare un luogo è un po’ come perdere un pezzo della tua vita e anche se restano i piacevoli ricordi, anche se hai migliorato la tua situazione e ti senti rafforzata o addirittura migliore quel posto ti mancherà sempre.
Pia - Artemisia
4 Aprile 2016 23:46Grazie Eleonora, tu ne sai qualcosa perciò leggo il tuo commento come grande piacere. :-)